Gaza e i confini chiusi: perché i Paesi arabi non accolgono i rifugiati palestinesi

Un paradosso geopolitico che dura da decenni

Mentre la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza raggiunge livelli drammatici, con oltre un milione di sfollati interni a causa del conflitto tra Israele e Hamas, una domanda si fa sempre più pressante: perché nessuno Stato arabo si è dichiarato pronto ad accogliere i rifugiati palestinesi?

Una questione che, al di là dell’emergenza immediata, affonda le radici in decenni di storia politica, tensioni regionali e decisioni strategiche che rendono il destino dei profughi palestinesi un nodo irrisolto della geopolitica mediorientale.


La lunga storia dei rifugiati palestinesi

Il fenomeno dei rifugiati palestinesi ha inizio nel 1948, con la nascita dello Stato di Israele e la conseguente guerra arabo-israeliana. Circa 700.000 palestinesi furono costretti a fuggire o vennero espulsi dalle loro case: un evento che i palestinesi ricordano come Nakba, ovvero “la catastrofe”.

I Paesi arabi confinanti — Giordania, Libano, Siria ed Egitto — accolsero i profughi, ma non li integrarono nelle rispettive società. Furono istituiti campi profughi “temporanei”, destinati invece a diventare permanenti. Una strategia dettata sia dalla convinzione che il ritorno in Palestina fosse imminente, sia dalla volontà di non compromettere il diritto al ritorno e mantenere alta la pressione diplomatica su Israele.

Nel 1967, dopo la Guerra dei Sei Giorni, una nuova ondata di oltre 300.000 sfollati palestinesi aumentò ulteriormente la portata della crisi.


I motivi del rifiuto: sicurezza, politica e demografia

Nel corso degli anni, i rapporti tra rifugiati palestinesi e Stati ospitanti sono spesso stati tesi. In Giordania, la presenza armata dell’OLP portò nel 1970 al conflitto noto come Settembre Nero, con migliaia di morti e l’espulsione di molti militanti. In Libano, i gruppi palestinesi furono tra i fattori che contribuirono allo scoppio della guerra civile nel 1975.

Anche in Kuwait, dopo l’appoggio di Yasser Arafat all’invasione di Saddam Hussein nel 1990, la popolazione palestinese fu espulsa in massa. Episodi simili si sono verificati in Iraq, Libia e altri Paesi del Golfo.

Questi precedenti spiegano la riluttanza odierna: i governi arabi temono che una nuova ondata di rifugiati possa destabilizzare gli equilibri politici e sociali interni, alimentare insicurezza, e innescare dinamiche simili a quelle del passato.


Gaza oggi: tra assedio militare e confini sigillati

Dopo l’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023 e la conseguente risposta militare, la Striscia di Gaza è piombata in una nuova emergenza. Circa il 90% della popolazione è sfollata internamente e vive in condizioni estremamente precarie.

Eppure, Paesi come Egitto e Giordania hanno chiuso fermamente la porta a qualsiasi possibilità di reinsediamento. Il presidente egiziano al-Sisi ha espresso il timore che militanti armati possano infiltrarsi attraverso il Sinai, già teatro di attività jihadiste. Anche il re di Giordania, Abdullah II, ha dichiarato che accettare rifugiati significherebbe compromettere la causa palestinese, spingendo Israele a considerare Gaza come “vuota” e dunque più facilmente rioccupabile.


Il paradosso della solidarietà araba

Questa chiusura solleva un dilemma morale: la retorica della solidarietà con la Palestina è spesso smentita dai fatti. Da un lato, molti leader arabi denunciano con forza le operazioni israeliane; dall’altro, si rifiutano di offrire una via di salvezza concreta ai civili palestinesi.

A questa contraddizione si aggiunge un altro elemento: molti palestinesi non vogliono lasciare Gaza, temendo che l’esilio significhi la rinuncia definitiva al loro diritto di ritorno.


Conclusione: un’emergenza senza via d’uscita?

La questione dei rifugiati palestinesi resta una delle più complesse e irrisolte della politica mediorientale. Il rifiuto degli Stati arabi non nasce solo da cinismo o disinteresse, ma da una miscela esplosiva di traumi storici, paure strategiche e calcoli politici. Tuttavia, la conseguenza è una sola: una popolazione civile intrappolata tra le bombe israeliane e le frontiere sbarrate dei Paesi fratelli.


📌 Partecipa alla discussione:

👉 Cosa pensi della posizione dei Paesi arabi?
👉 Accogliere i rifugiati significherebbe davvero “fare il gioco di Israele”?

Lascia un commento, condividi l’articolo e iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri approfondimenti geopolitici.


📚 Fonti principali

  1. UNRWA – United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees
    https://www.unrwa.org/palestine-refugees
  2. Human Rights Watch – Report on Palestinians in Lebanon
    https://www.hrw.org/news/2019/12/04/lebanon-palestinians-face-discrimination
  3. Al Jazeera – Why Arab States Don’t Want Gaza’s Refugees
    https://www.aljazeera.com/news/2023/10/20/why-arab-states-dont-want-gazas-refugees
  4. BBC News – Gaza War and Arab States’ Response
    https://www.bbc.com/news/world-middle-east-67193333
  5. Middle East Institute – Arab State Responses to the Gaza Crisis
    https://www.mei.edu/publications/why-arab-states-refuse-accept-palestinian-refugees-gaza
  6. The Guardian – Egypt and Jordan Say No to Gaza Refugees
    https://www.theguardian.com/world/2023/oct/18/egypt-and-jordan-say-no-to-palestinian-refugees-from-gaza
  7. Amnesty International – Palestinian Right of Return
    https://www.amnesty.org/en/latest/news/2021/05/israelpalestine-unlawful-forced-evictions/
  8. Brookings Institution – The Politics of Palestinian Refugees in the Arab World
    https://www.brookings.edu/articles/the-politics-of-palestinian-refugees-in-the-arab-world/
  9. Reuters – Gaza Exodus and Border Closures
    https://www.reuters.com/world/middle-east/why-egypt-jordan-wont-take-palestinian-refugees-2023-10-19/
  10. Palestinian Central Bureau of Statistics – Refugee Population Estimates
    https://www.pcbs.gov.ps/site/512/default.aspx?lang=en&ItemID=3676

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *