🔍 Sesto Fiorentino e il Boicottaggio dei Prodotti Israeliani: Tra Ideologia, Legalità e Salute Pubblica

di Francesco Catania

Il 26 giugno 2025 la Giunta comunale di Sesto Fiorentino ha approvato una delibera destinata a sollevare non solo un dibattito politico, ma anche interrogativi di rilevanza costituzionale e giuridica. L’oggetto: la cessazione di ogni collaborazione con enti israeliani e la sospensione della vendita di prodotti farmaceutici realizzati da aziende israeliane o a capitale israeliano nelle farmacie comunali.

Una presa di posizione netta, motivata dal “persistente disprezzo del diritto internazionale” da parte dello Stato di Israele nel contesto del conflitto a Gaza e in Cisgiordania. Ma è legittimo che un Comune usi un servizio pubblico essenziale come la farmacia per inviare un messaggio politico su temi di politica estera? E quali conseguenze può comportare?

📍 AFS S.p.A. e il boicottaggio operativo

A dare esecuzione alla delibera è AFS S.p.A., la società per azioni a capitale interamente pubblico che gestisce le otto farmacie comunali di Sesto Fiorentino. AFS ha annunciato l’interruzione, a partire dal 1° luglio 2025, di tutti i rapporti commerciali con fornitori israeliani. Il comunicato ufficiale sottolinea che i farmaci prescritti dai medici resteranno comunque disponibili, ma per il resto – da cosmetici a farmaci da banco – saranno proposti prodotti alternativi.

Il provvedimento rappresenta il primo caso in Italia di boicottaggio istituzionalizzato nei confronti di Israele applicato a un servizio pubblico sanitario. Un atto che suscita consensi in parte della societĂ  civile, ma anche serie perplessitĂ  dal punto di vista normativo.

⚖️ Il quadro giuridico: un’azione potenzialmente illegittima

Da un’analisi tecnico-giuridica, l’azione del Comune solleva almeno quattro ordini di problemi:

  1. Discriminazione basata sulla nazionalità – L’articolo 18 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea e il D.Lgs. 215/2003 vietano espressamente qualsiasi discriminazione fondata sulla nazionalità o l’origine etnica. Escludere fornitori solo in base alla loro sede legale in Israele è un atto che può essere considerato discriminatorio.
  2. Violazione della libera circolazione delle merci – L’articolo 34 del TFUE vieta le restrizioni quantitative all’importazione e ogni misura di effetto equivalente. La giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’UE ha stabilito che anche semplici dichiarazioni di funzionari pubblici possono costituire ostacolo alla libera circolazione se influenzano comportamenti economici.
  3. Violazione del diritto alla salute – L’articolo 32 della Costituzione italiana tutela la salute come diritto fondamentale. Escludere prodotti farmaceutici largamente diffusi, come quelli della multinazionale Teva (leader nei farmaci generici), può comportare danni al cittadino, aumenti di costo e difficoltà di accesso a cure essenziali.
  4. Il rischio di abuso d’ufficio – Se l’atto amministrativo produce un danno ingiusto ai cittadini o alle imprese, potrebbe configurarsi anche il reato di abuso d’ufficio (art. 323 c.p.), oltre a eventuali responsabilità erariali per il Comune.

🏥 Le farmacie non sono negozi: sono servizi pubblici

Le farmacie comunali non sono attività commerciali libere. Sono servizi pubblici essenziali regolati da leggi statali, norme sanitarie e regole sugli appalti pubblici. Ogni scelta deve essere conforme ai principi di trasparenza, imparzialità e concorrenza. Una farmacia comunale non può discriminare i fornitori sulla base di orientamenti politici o ideologici.

👵 E la casa di riposo?

Il Comune di Sesto Fiorentino è proprietario anche della RSA “Villa Solaria”, affidata in gestione a una cooperativa. Non risulta al momento alcuna applicazione del boicottaggio a questa struttura. Ma la logica che sta guidando il Comune lascia intendere una possibile estensione del principio anche ad altre aziende partecipate. Un eventuale boicottaggio di farmaci salvavita o dispositivi medici in contesti fragili, come le residenze sanitarie assistite, aprirebbe scenari ancora più gravi.

🇮🇱 L’origine israeliana di quali prodotti?

Israele è effettivamente una potenza biotecnologica. Aziende come Teva e Oramed sono all’avanguardia nello sviluppo di farmaci generici e tecnologie legate all’insulina. Ma non esistono monopoli israeliani nella produzione delle penne per insulina: i principali brevetti storici appartengono a multinazionali danesi (Novo Nordisk), statunitensi (Eli Lilly) e francesi (Sanofi). Israele, piuttosto, ha innovato nella somministrazione orale dell’insulina e nello sviluppo di dispositivi smart per il diabete.

🤔 Attivismo o danno?

Il gesto del Comune è motivato da una volontà politica. Ma in un ordinamento democratico, anche la politica deve rispettare le regole. Un sindaco può manifestare solidarietà, promuovere mozioni o campagne di informazione. Non può però usare un servizio pubblico come una piattaforma di politica estera. Le farmacie devono garantire accesso universale ai farmaci, non selezionare prodotti in base alla bandiera.

📣 Conclusione

In una fase storica segnata da conflitti e tensioni internazionali, è comprensibile il desiderio delle amministrazioni locali di “fare la propria parte”. Ma la legalità resta il fondamento dell’azione pubblica. Boicottare prodotti per motivi politici, nel contesto di un servizio sanitario comunale, rischia di essere non solo inopportuno, ma anche illegittimo.

Il messaggio è chiaro: non si fa politica estera con le farmacie.


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